Bruce Lee Film

The  game  of  Death 

Trama :

Il campione di kung-fu Billy Lo è ormai un affermato attore cinematografico che però, come la fidanzata e attrice statunitense Ann Morris, è minacciato dal racket delle estorsioni che si nasconde dietro ad un sindacato. Consigliato dall'amico giornalista Jim Marshall di non piegarsi ai ricatti del dottor Land, viene colpito, con l'intento di ucciderlo, da un sicario. La vittima si finge morta e dopo essersi ristabilita con nuovi connotati dà inizio alla sua vendetta contro l'organizzazione criminale.

La riscoperta:

Negli anni si era persa memoria delle registrazioni originali di Bruce Lee e si credeva che ormai rimanessero solo quei pochi minuti inseriti nel film di Robert Clouse; pochi altri, al contrario, supponevano però che esistessero ancora le pellicole originali.

Nel 1994 Linda Lee Cadwell (vedova di Bruce) chiede al giornalista e documentarista John Little di aiutarla a sistemare alcuni materiali originali di Lee nel suo ripostiglio di Boise, nell'Idaho. Qui Little dice di aver fatto una scoperta incredibile: in un cassetto trova alcuni appunti della "scaletta" originale scritta da Lee, con relative note per inquadrature e coreografie. La sceneggiatura non esiste. In realtà sembra che sia stata Linda a dare il materiale a Little che vola ad Hong Kong ed insieme al giornalista britannico Bey Logancomincia a setacciare i vecchi magazzini della casa produttrice Golden Harvest.

Passano sei anni e la ricerca ha successo: le pellicole originali, girate da Lee pochi mesi prima di morire, sono ritrovate. Anche qui secondo quanto detto da Little mentre altri studiosi di Lee sostengono che il materiale girava da tempo ma nessuno lo voleva. Fu offerto anche a Fred Weintraub, coproduttore di Enter the Dragon. Nel 2000 John Little realizza il documentario Bruce Lee - La leggenda (Bruce Lee: A Warrior's Journey), dove per la prima volta dal 1972 vengono riproposti in versione integrale i 36 minuti e 40 secondi di registrazioni originali di Lee, insieme ad interviste dei protagonisti dell'epoca; circa due minuti che introducevano queste scene sono andati persi nella catena di montaggio e non ancora ritrovati. Inoltre nei contenuti speciali del DVD del documentario è inserito il cortometraggio La Storia girato da John Little in Corea del Sud dove vengono prodotte le parti non girate del film originale secondo le indicazioni di Lee. Tuttavia non esiste prova certa che la ricostruzione sia fedele giacché non esiste sceneggiatura e Little è stato criticato da alcuni storiografi e documentaristi per aver colmato con la sua fantasia i buchi degli appunti.

dalla Cina con furore

Dalla Cina con furore è un film del 1972 diretto da Lo Wei.

Il film, il cui titolo originale Jingwumen (精武门), significa "la scuola Jing Wu", riscosse un enorme successo sin dalla sua uscita ad Hong Kong. La figura di Chen Jeh che, moderno eroe cavalleresco, combatte stoicamente contro l'invasore straniero (sia giapponese che occidentale) trovò l'approvazione del pubblico cinese, che nel personaggio ritrovò l'orgoglio nazionale e vide finalmente riconosciute le pene subìte per mano straniera.

Il riferimento ad un fatto reale come la morte misteriosa del famoso maestro Huo Yuanjia non ha la forza dell'altro fatto reale: il cartello discriminante che vieta l'accesso "ai cani ed ai cinesi" in un giardino pubblico. Il film fu scritto da Ni Kuang, il più prolifico ed abile sceneggiatore del filone, anche se nei titoli fu accreditato al solo regista.

Seguendo l'onda del successo altri film vollero seguirne le orme, come Bruce Lee: l'ira del drago colpisce anche l'Occidente (Bruce Lee's Greatest Revenge, 1978) che denunciava ancora le violenze dell'oppressione giapponese. Ma si trattò per lo più di mediocri operazioni d'imitazione

Trama:

Nella Shanghai del 1910 muore misteriosamente il maestro di arti marziali Huo Yuanjia, fondatore della scuola Jingwu Tiyu Hui di kung fu. Il suo allievo migliore, Chen, è sconvolto dall'avvenimento e sospetta che la morte del maestro sia stata opera degli invasori giapponesi tramite biscotti avvelenati. I suoi sospetti aumentano quando i rappresentanti di una scuola giapponese di judo e jujitsu (nella scena del primo combattimento di Lee contro i giapponesi è ben evidente una foto di Jigoro Kano e la scritta in giapponese "Kitô-Ryu", antica scuola di jujitsu da cui nacque il moderno judo) si presentano al funerale di Huo Yuanjia, portando un cartello infamante dedicato alla scuola Jing Wu: "Marionette dell'Asia". Il fatto increscioso scatenerà la rabbia di Chen, che farà di tutto per vendicare il proprio maestro. Dopo aver sconfitto l'intera scuola giapponese, Chen trova la conferma dei suoi sospetti, scoprendo che il cuoco della sua scuola e il suo aiutante sono in combutta con i giapponesi.

Dopo aver ucciso loro e in seguito Wu, un cinese rinnegato che lavora come interprete alla scuola giapponese ed è stato l'organizzatore materiale del complotto, Chen si recherà alla scuola di jujitsu e lì ucciderà Suzuki, maestro degli avversari, il suo vice e un campione di lotta russo, suo ospite. Tornato alla sua scuola scoprirà che questa è stata vittima di una rappresaglia e i suoi compagni sono stati tutti uccisi, tranne un gruppetto che era uscito per cercare proprio Chen. A quel punto arriverà la polizia con l'intenzione di arrestare tutti i superstiti. Chen allora, per salvare i compagni, si consegnerà alla polizia, dietro la promessa che in cambio i giapponesi lasceranno in pace la scuola di Yuanjia.

Il film finisce con l'immagine del protagonista che, incitato da una folla di cinesi, con un calcio volante attacca dei poliziotti armati di fucili e giunti per arrestarlo. L'immagine si blocca sul suo calcio volante, mentre in sottofondo si sentono i colpi dei fucili.

I misteri delle arti marziali nel film

Dalla Cina con furore gettò le basi strutturali per i successivi film di arti marziali dell'intergenere "rival schools". In esso si ritrova il combattimento a mani nude, (rilanciato nel cinema di Hong Kong nel 1970 dal film di e con Wang Yu, The Chinese Boxer -che arriverà in Italia dopo Dalla Cina con Furore, col titolo La morte nella mano-, e sancito in The Big Boss, alias Il Furore della Cina colpisce ancora, primo gongfu di Lee; ma l'unico precedente illustre per noi occidentali, nei primi mesi del 1973, restava Cinque dita di violenza), così come si trova un'invadente fisicità corporale del protagonista.

L'innovazione di Bruce Lee è di dare un forte spessore carismatico ai suoi personaggi. Il suo Chen Jeh non è un semplice protagonista di una storia come tante, ma è l'eroe, il "buono", e tutti devono guardarlo e capire le sue scelte. Su un piano puramente filosofico ed etico, il suo Chen è la negazione delle virtù di un vero marzialista, che sono tolleranza, compassione, umiltà, pacifismo: infatti Chen entra in azione di impulso, essendo incapace di elaborare il lutto del suo maestro/padre, subito dopo i titoli di testa, scatenando una escalation di reciproci oltraggi che rischia di sfociare in una guerra civile. Questo tipo di personaggio aprirà la strada ad una nuova generazione di attori carismatici, come Fu Sheng, la cui fama resta soprattutto asiatica, od i più famosi (in Occidente) Jackie Chan, Donnie Yen e Jet Li, tutti coinvolti in remake e sequel di Dalla Cina con furore che non ebbero però il successo dell'originale.

Da notare poi il fatto che nel film viene mostrato per la prima volta sul grande schermo l'uso di un nunchaku, strumento agricolo conosciuto nella Cina medievale col nome di shuāng jié gùn, usato per battere il grano, formata da due bastoni corti uniti da una catena, che Lee aveva già usato in un episodio del serial-tv The Green Hornet, negli anni '60.

La coreografia dei combattimenti è affidata, oltre che a Bruce Lee stesso in tutte le scene che lo concernono, anche ad Han Ying-Chieh, attivissimo maestro d'armi che dirige tutte le scene d'azione in cui Lee non è coinvolto e che l'aveva già curata in Il furore della Cina colpisce ancora; Chieh che si ritaglia anche un piccolo ruolo come assistente del cuoco della scuola.

Il nome del protagonista ricorda molto quello di uno degli allievi reali di Huo Yuanjia, cioè Chen Gongzhe (陳公哲), oltre che praticante, storico delle arti marziali cinesi, fermamente convinto della teoria dell'avvelenamento del proprio maestro.

La distribuzione:

Il film, iniziato il 17 ottobre 1971, esce il 22 marzo 1972 ad Hong Kong, dove registra oltre 4 milioni di dollari locali sancendo un record storico che si ripeterà in tutta l'Asia; arriva il 1º marzo 1973 a Roma, in Italia, dove incassa oltre 440 milioni di lire nelle sole prime-visioni. Un buon incasso, anche se nettamente inferiore al quasi coevo (come distribuzione) 5 dita di violenza (che sfiora il miliardo nelle sale italiane! curiosamente ad Hong Kong, invece, non era entrato nemmeno in top-ten). Negli anni però il film con Lee tornerà nei cinema italiani più volte fino al 1981, prima di essere venduto alla televisione. È il primo Kung-Fu con Lee uscito in Occidente, ma il secondo che lui girò a Hong Kong (dove lo precedette Il Furore della Cina colpisce ancora, nel 1971, che invece uscì da noi per secondo). Stessa sorte distributiva ebbe in USA, dove uscì come The Chinese Connection, sulla scia del più noto The French Connection di William Friedkin; in realtà fu uno sbaglio della distribuzione americana, la National General, poiché Chinese Connection era il titolo previsto per il suddetto Il furore della Cina colpisce ancora, giacché trattava di traffico di droga come nel film di Friedkin, mentre Dalla Cina con furore avrebbe dovuto rititolarsi Fists of Fury, con una s finale in più rispetto al titolo inglese di Hong Kong. I titoli USA furono così invertiti, come pure l'uscita, comunque con grandi incassi per entrambi, soprattutto nelle città con un'elevata percentuale di Cinesi e Afro. In Francia uscì come La Fureur de vaincre ed ebbe un impatto sensazionale che si ripeté in ogni paese del mondo ove poté uscire.

Ristampato più volte in videocassetta per il mercato dell'home video, il film vede la prima apparizione in Italia nel formato DVD nel 2000, anche se si tratta di un prodotto di bassa qualità. Nel 2003, invece, in occasione del trentennario della morte di Bruce Lee, il film è stato rimasterizzato, restaurato e presentato in un'edizione di alta qualità. Il titolo italiano fu scelto dalla Titanus di Goffredo Lombardo, la società che lo distribuì, probabilmente ispirandosi al più vecchio Agente 077 dall'Oriente con furore, uno spy-movie italiano del 1965 a sua volta palesemente ispirato al James Bond di Dalla Russia con amore.

Sequel e remake:

Essendo diventato fenomeno di culto, il film vede il nascere di diversi sequel che poco hanno a che vedere con la sua qualità, risolvendosi molte volte in operazioni commerciali limitate nel tempo.

Troviamo così Il ritorno di Palma d'acciaio alias Fist of Fury II (She nu yu chao, 1978) interpretato da Ho Chung Tao (nome d'arte: Bruce Li), il più credibile dei vari "sosia" di Bruce Lee. Lo stesso Bruce Li interpreta Fist of Fury III (1980). Curiosamente i filmetti con costui, per quanto apocrifi e poveristici, risultano più divertenti del sequel ufficiale New Fist of Fury (Xin ching-wu men/New Fist of Fury, 1976) diretto dallo stesso regista del primo, Lo Wei ed interpretato da un allora sconosciuto Jackie Chan con parte del cast originale.

Fra i sequel è da segnalare Fist of Fury: the Sequel (2001), diretto ed interpretato da un nome di spicco del cinema di arti marziali: Donnie Yen. Lo stesso attore veste i panni di Chen Zhen nel remake Fist of Fury del 1995, diretto da Lung Shiu-Kee per la televisione.

Altro remake degno di nota è Fist of Legend (Jing wu ying xiong, 1994), diretto da Gordon Chan ed interpretato da un altro nome illustre: Jet Li. Tecnicamente ricco e tematicamente "politically correct", questo remake ebbe tuttavia un successo limitato all'Asia e scarsa distribuzione nel mondo, fallendo il tentativo di fare di Jet Li ciò che l'originale aveva fatto di Bruce Lee (e ciò che Lee aveva fatto dell'originale), principalmente per l'assenza, nel remake, di un protagonista carismatico e davvero fuoriclasse nel Kung-Fu; ed anche per un diverso finale demitizzante e sottotono. Il film ha la sua forza unicamente nella regia di Gordon Chan e nell'apparizione del veterano Yasuaki Kurata, star dei Kung-fu anni '70.

Nel 1991 il famoso comico cinese Stephen Chow, membro ufficiale del Bruce Lee Fan Club, interpreta alcune scene dichiaratamente parodiando il Bruce Lee di Dalla Cina con furore nel film Fist of Fury 1991 (新精武門1991 o Xin jing wu men 1991) di Joh Chung-Sing. In un altro suo film del 1999, The King of Comedy (喜劇之王 o Choi kek ji wong), lo stesso Chow interpreta la parodia della famosa scena del dojo, in cui Chen si vendica dei giapponesi. Ma, a parte i succitati film, non si contano le imitazioni, citazioni e parodie che Dalla Cina con furore ha generato nei decenni, soprattutto ad Hong Kong e Taiwan. Paradossalmente, nella Cina mainland, il film fu distribuito solamente nei primi anni '80, quando la censura si ammorbidì ed iniziarono a circolare anche le pellicole di Arti Marziali di Hong Kong, che il governo di Pechino aveva reputato pochi anni prima "decadenti e borghesi". Insomma i Cinesi della Cina furono gli ultimi al mondo a conoscere il più popolare personaggio cinese di sempre. Il che spiega anche la superficiale conoscenza di Lee che generalmente hanno i Cinesi presenti oggi in Italia, in quanto in massima parte provenienti dalla Cina mainland lungamente oscurata; anche se, a Roma come Pechino, crescono fiere e manifestazioni nelle quali il nome di Lee è usato per ragioni di marketing da associazioni di commercianti cinesi ed insegnanti italiani di Wushu, che è cosa ben diversa dal Kung-Fu.

Curiosità:

Alla fine di una scena di lotta il personaggio di Suzuki, il perfido maestro, vola attraverso una finestra, colpito da Chen, e finisce nel giardino sottostante. Per girare la scena il regista Lo Wei prende una delle comparse che ha già utilizzato in un'altra scena, la quale si offre volontaria per il pericoloso stunt come controfigura. Si chiama Chen Yuan Long, ma diverrà noto al mondo come Jackie Chan molti anni dopo. Stunt-coordinator sul set è l'altra futura star del cinema di Hong Kong, Sammo Hung Kam-Bo. Fu sul set di questo film che la tensione fra Bruce ed il regista, dovuta ai metodi poco professionali e sbrigativi del secondo sul set, esplose in una famosa e violenta lite davanti agli stuntmen, con intervento della polizia, come narrato dall'attore Eddy Ko nel documentario Dragonland-L'urlo di Chen terrorizza ancora l'Occidente (regia di Lorenzo De Luca, 2007).

Durante il film vi sono numerosi anacronismi, come la presenza di automobili abiti ed orologi da polso non ancora inventati nel 1910



I     3 dell'Operazione Drago


I 3 dell'Operazione Drago (Enter the Dragon) è un film del 1973, diretto da Robert Clouse. La pellicola, uscita in prima mondiale il 19 agosto 1973 al Graumann's Chinese Theatre di Los Angeles, ha consacrato il protagonista, Bruce Lee, nell'Occidente.

Nel 2004 è stato scelto per essere conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

Trama:

Lee, membro del Tempio Shaolin e maestro nelle arti marziali, viene reclutato da un agente del servizio segreto inglese per indagare sui presunti traffici illeciti (di uomini e droga) di un certo Mr. Han, un uomo molto ricco ex membro del Tempio Shaolin, ora corrotto e reietto; questi, ogni tre anni, organizza sulla propria isola un torneo di arti marziali, cui Lee parteciperà sotto copertura per indagare sui traffici dell'uomo e per vendicare la morte della sorella, suicidatasi tempo addietro per sfuggire allo stupro del bodyguard dello stesso Han, O'Hara. Partecipano al torneo altri due contendenti americani, John Roper e Kelly Williams, due ex commilitoni che hanno combattuto assieme in Vietnam. Il primo è in fuga per aver contratto debiti di gioco con la mafia; il secondo è fuggito dagli States dopo aver aggredito due poliziotti razzisti. Nel corso degli eventi che si verificano sull'isola del torneo, Kelly morrà mentre Lee e Roper si uniranno per sgominare Mr. Han

Produzione:

Questo film è frutto della collaborazione della Warner Bros. con la Concord Production di Bruce Lee & Raymond Chow della Golden Harvest Il film costò circa 850.000 dollari, mentre il budget medio dei film di Kung-Fu girati a Hong Kong era di 100.000.

Pre-produzione:

Lo sceneggiatore Michael Allin aveva scritto un copione che plagiava un po' il Dr. No di James Bond con Sean Connery, ed intitolò il film Blood & Steel. Successivamente la Warner Brothers reintitolò il film Han's Island, ma Lee fece pressioni, in qualità di coproduttore della sua Concord Production Inc., affinché il titolo divenisse Enter the Dragon, che era stato a sua volta il titolo al quale Lee aveva pensato per il suo precedente The Way of the Dragon, noto in Italia come L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente, del 1972.

Casting:

Il ruolo di Kelly doveva essere inizialmente affidato al culturista e attore afro Rokne Tarkington, ma all'ultimo momento fu affidato al campione di Karate Jim Kelly per l'indisponibilità di Tarkington. John Saxon rifiutò inizialmente il copione non credendo nel progetto, Lee poi lo convinse ad accettare ma Saxon preferì un alto salario forfettario (150.000 dollari) alla percentuale sugli incassi offertagli dalla produzione (decisione della quale avrà poi a biasimarsi, visti gli introiti). L'antagonista doveva essere interpretato da Han Ying Chieh, veterano maestro d'armi e caratterista apparso anche nei primi due film di Lee, ma a causa di rancori personali maturati proprio sul set di Dalla Cina con furore, Lee chiamò il più noto Shi Kien, esperto negli stili Kung-Fu del nord e già noto come antagonista nel serial cinematografico Wong Fei Hung. Nel ruolo dell'avversario di Roper appare brevemente Tony Liu, caratterista sotto contratto con la Golden Harvest, apparso anche in Il furore della Cina colpisce ancora e in Dalla Cina con furore.

Riprese:

Le riprese furono realizzate quasi tutte su un isolotto di Hong Kong dove maestranze cinesi ricrearono gli ambienti.

Oltre due ore di ciak girati furono poi tagliati e perduti nella sala di montaggio. La versione DVD oggi circolante del film contiene anche il "cappello" inedito di Lee che parla con l'abate del tempio (Roy Chiao) spiegando la sua concezione delle Arti Marziali; questa scena è totalmente assente nelle versioni per le sale circolanti nel 1973. Nella scena in cui Lee affronta lo sfregiato O'Hara, Lee venne incindentalmente ferito dai cocci di bottiglia branditi dall'avversario (il campione di Karate Robert Wall). L'incidente provocò ritardi e una momentanea tensione fra Lee e Wall, che gli stuntmen cinesi sul set accusavano di aver deliberatamente ferito Lee. Lee fu anche morso dal cobra nella scena notturna, ma fortunatamente il rettile era stato deprivato delle ghiandole velenifere. Comunque la primissima scena che Lee girò è quella in cui, arrivato sull'isola, prende possesso della sua stanza e chiede di vedere May Ling. Per alcuni giorni disertò il set con vari pretesti, per far pesare la sua importanza in un braccio di ferro con la produzione americana (ma anche con Raymond Chow, suo socio nell'impresa).

Fu Lee a volere Lalo Schifrin come compositore, giacché Schifrin aveva composto anche la sigla del serial Mission Impossibile, del quale Lee usava a volte ascoltare il 45 giri mentre si allenava per darsi più carica. Alcuni spezzoni di Enter the Dragon, appositamente ridoppiati e rimontati, sono visibili anche nel sequel apocrifo Tower of Death/Game of Death II/L'ultima sfida di Bruce Lee del 1980.

Post-produzione:

In fase di montaggio oltre due ore di registrazioni sono andate perse.

Accoglienza:

Questo film è l'ultimo che Lee riuscì a completare pur non riuscendo mai a vederlo; l'attore morì in circostanze misteriose il 20 luglio 1973, un mese prima dell'uscita americana della pellicola, in prima mondiale a Los Angeles il 19 agosto 1973; a Hong Kong uscirà in settembre generando malcontento poiché il pubblico locale non accettava che l'ultimo film di Lee fosse uscito prima in USA che in Asia (per di più Raymond Chow fece rialzare il biglietto di ingresso da 5 a 8 dollari di HK per l'occasione); fu il successo che il "piccolo drago di Hong Kong" cercava in Occidente e che lo avrebbe reso immortale; gli appassionati del genere lo considerano ancora oggi uno dei migliori mai realizzati, per la bravura di Lee non solo nelle sue scene, ma anche per la coreografia che egli curò di persona. Ne fu anche coproduttore, cosceneggiatore non accreditato e diresse alcune scene aggiuntive con la troupe cinese dopo che la troupe americana ebbe finito.

L'incasso in prima uscita fu di 8,5 milioni di dollari in America, saliti a 22 in totale ed a 91 con le riedizioni e gli incassi sommati negli altri paesi.

Il film uscì in Italia il 23 dicembre 1973, con un incasso in prima visione di 334 milioni di lire. È stato rieditato nelle sale italiane per l'ultima volta nel 1981. È considerato dal Los Angeles Times "Il Via col Vento del genere Kung-Fu". Nell'estate 2016 è stato diffuso un fake sul web riportante l'anniversario dell'uscita del film come 26 luglio 1973 a Hong Kong in prima mondiale, cinque giorni dopo la morte di Lee. Inspiegabilmente tale falsità è stata accreditata anche da siti qualificati come l'Hong Kong Movie Database e Wikipedia stesso nella versione inglese ed è rimbalzata su numerosi siti italici, generando una disinformazione sulla reale distribuzione mondiale del film.



L'urlo di Chen terrorizza anche l'occidente

Trama:

Yen Chen parte da Hong Kong per Roma per aiutare uno zio di famiglia, la cui nipote Lao-Shan ha aperto un ristorante insieme a un gruppo di amici, che oltre al loro lavoro abituale studiano anche il karate, e al cugino Wang, il cuoco. Il ristorante suscita l'interesse della mafia locale, che intende trasformarlo in una centrale di spaccio della droga. Non riuscendo a convincere i proprietari a venderglielo con le buone, i malavitosi cercano di intimidirli, ma Chen riesce a sconfiggerli facilmente.

Ne conseguono tre tentativi di liberarsi di Chen, che falliscono miseramente:

  1. Nel primo, un gruppo di quattro malviventi, che fin dall'inizio si riveleranno di essere parte dei malavitosi, si comportano da vili nel servizio, e i ragazzi del ristorante, oltraggiati da ciò, li sfidano. Uno di loro rimane gravemente ferito senza neanche riuscire a colpire l'avversario, ma Chen si dimostra abile e li sconfigge uno ad uno;
  2. Successivamente, l'intera banda si riorganizza ed attacca il ristorante, ma nonostante tengano prigionieri Chen, Wang e gli altri dipendenti, mentre un gruppetto porta Chen in una stanza all'aperto del ristorante, Chen stesso riesce a sconfiggere sia quelli che volevano ucciderlo, sia i rinforzi, e continua ad attaccare sconfiggendo anche il resto dei malavitosi. Avverte quindi il capo ed il segretario di non riprovarci;
  3. Invece ci riprovano, e stavolta con un cecchino: il piano è quello di ucciderlo a mezzanotte del giorno stesso, proprio l'ultimo giorno dell'anno, ma Lao-Shan, nonostante l'uomo non ascolti i suoi avvertimenti, riesce a fare in modo che Chen lo eviti. Chen corre fuori sul tetto dell'albergo, e affronta e sconfigge il cecchino, ma dopo essere tornato nella sua stanza scopre che Lao è stata rapita; si precipita fino al rifugio dei malavitosi, e uno ad uno, grazie all'appoggio dei suoi compagni del ristorante, sconfigge definitivamente i malviventi. Ma proprio quando sta per fare fuori il capo, Lao lo ferma, e quindi l'uomo risparmia capo e braccio destro. A quel punto, quando entrambi rimangono soli, al segretario stesso viene un'idea: sconfiggerlo con le sue stesse armi; chiama quindi un campione europeo, uno giapponese e soprattutto il campione degli Stati Uniti d'America, Colt.

Arriva il giorno dell'Anno Nuovo, e l'intero ristorante festeggia, ma Chen riceve una lettera da suo zio da Hong Kong, che gli dice di tornare a casa. Come se non bastasse, il segretario malavitoso ritorna, e fingendo benevolenza, attira in una trappola Chen, Wang e gli altri dipendenti nel cortile di un altro ristorante, dove vengono attaccati dal campione europeo e quello giapponese. Mentre uno di loro scappa per avvertire Chen, quest'ultimo e gli altri, con Wang in disparte, affrontano i due campioni, ma anche se i compagni di Chen vengono massacrati dal giapponese, Chen fa fuori l'europeo per poi occuparsi dell'altro; gli altri due sopravvissuti rimangono ad occuparsi del lottatore giapponese, mentre Chen insegue Ho all'interno del Colosseo, dove si troverà ad affrontare Colt.

Ma i due ragazzi superstiti all'imboscata vengono uccisi a tradimento da Wang, che si rivela essere il vero capo dell'organizzazione. Lui stesso aveva scritto falsamente quella lettera a Chen, per convincerlo a lasciare l'Italia e tornare a Hong Kong, ma aveva fallito, e per questo aveva espresso frustrato il suo tradimento. Nel frattempo, nel Colosseo, inizia lo scontro: inizialmente Chen sembra in balia dell'avversario, ma poi si rialza e sfoggia il suo personale stile di arti marziali (lo stile del drago del titolo). Con una tempesta di colpi sopraffà Colt e gli rompe un braccio e una gamba, ma il terribile americano non accenna a cedere, e anzi, anche se è dolorante e malfermo gli si avventa contro e così Chen è costretto ad ucciderlo stroncandogli il collo. Eliminato il campione americano (di cui comunque Chen riconosce il valore, coprendo il corpo con la sua giacca e depositandoci sopra la cintura da karate), Chen torna all'inseguimento di Ho, lo raggiunge e lo scopre insieme a Wang. Il capo di Ho, giunto in quel momento, sparando a Chen uccide Ho stesso e poi Wang, per poi venire arrestato dalla polizia, avvertita da Lao-Shan. Finito tutto, dopo essere andato al cimitero insieme a Lao-Shan e all'ultimo dipendente del ristorante, ai quali augura buona fortuna, Chen torna finalmente ad Hong Kong.

Produzione:

L'urlo di Chen... è il film che Lee girò al posto di The Yellow Faced Tiger, pellicola poliziesca girata in USA da Lo Wei, regista dei suoi primi due successi. A causa della violenta rottura fra i due, Lee optò per dirigere da sé il suo terzo Kung-Fu movie, mentre Wei girò il suddetto titolo con l'esordiente Don Wang Tao di Taiwan (figlio del caratterista George Wang, molto attivo in Italia) e con Chuck Norris ancora nel ruolo del cattivo. Il film sarà riedito molti anni dopo col titolo Massacro a San Francisco, a seguito del successo anni ottanta di Norris come protagonista.

Lee fu anche co-produttore della pellicola, con la sua Concord Production Inc.. Il titolo iniziale al quale Lee aveva pensato per il suo copione era Enter the Dragon, poi optò per Way of the Dragon e userà l'altro titolo per il successivo I 3 dell'Operazione Drago.[senza fonte]

Lee era molto orgoglioso del risultato ma anche conscio delle pecche del film, per questo non voleva che uscisse in Occidente, consapevole dei diversi gusti del pubblico non asiatico. Tuttavia dopo la sua morte Raymond Chow vendette il film ovunque. Nella versione italiana del film, il logo della Concord Production e della Golden Harvest vengono sostituiti da quello della Titanus.

Il budget del film fu di circa 120.000 dollari, nello standard delle produzioni di Arti Marziali di Hong Kong.

Il combattimento fra Lee e Norris richiese tre giorni di riprese e venti pagine di copione, dettagliatamente coreografate e storyboardate da Lee stesso. Il service che aiutò Lee nelle riprese romane era fornito dal produttore Riccardo Billi, che sposerà l'attrice e modella Malisa Longo (scelta da Lee per il ruolo della prostituta a piazza Navona). Billi rifiuterà la proposta di Lee di investire 120 milioni di lire nel film successivo (Game of Death) giacché l'attore cinese era allora quasi sconosciuto fuori da Hong Kong.

Camei:

Tra gli inservienti del ristorante c'è anche Wu Ngan, che era factotum e amico di famiglia dei Lee, adottato dal padre di Bruce da bambino. Il lottatore giapponese è in realtà il coreano Hwang In-Shik, che negli anni ottanta apparirà anche come antagonista di Jackie Chan (I due cugini), e che interpretò numerose pellicole Golden Harvest dell'epoca. Chuck Norris non era alla sua prima apparizione sul grande schermo, né al suo primo lavoro con Lee: i due avevano già lavorato assieme (Lee come Karate Advisor, Norris come stuntman e generico) nello spy-movie Missione compiuta stop. Bacioni Matt Helm nel 1968.

Distribuzione:

La prima proiezione del film avvenne ad Hong Kong, il 30 dicembre 1972, venne poi distribuito nei seguenti paesi:

  • Jugoslavia: 1º dicembre 1973
  • Italia: 11 gennaio 1974 - giugno 1974 (riedizione)
  • Svezia: 2 marzo 1974
  • Stati Uniti d'America: 7 agosto 1974
  • Danimarca: 2 dicembre 1974
  • Francia: 18 dicembre 1974
  • Giappone: 25 gennaio 1975
  • Germania Ovest: 22 agosto 1975
  • Turchia: 2 febbraio 1976
  • India: 1981
  • Filippine: 24 novembre 1984
  • Ungheria: 13 novembre 1986
  • Finlandia: 11 dicembre 2001 (uscita DVD)

In America il film esce nel 1974, lanciato dalla distribuzione come Return of the Dragon, generando volutamente l'equivoco di essere l'ultimo film di Lee, che invece è stato Enter the Dragon, cioè I 3 dell'Operazione Drago, al fine di sembrarne il sequel e capitalizzare sulla scia dei grandi incassi dell'altro.

Edizione italiana:

La versione italiana della pellicola presenta alcune differenze rispetto a quella originale: difatti nella versione originale il personaggio interpretato da Bruce Lee si chiama Tang Lung (come si può notare dai titoli di coda), mentre nell'edizione italiana si chiama Yen Chen, questo fu un espediente della distribuzione per collegare il film ai due precedenti di Bruce Lee, in cui l'attore interpreta due personaggi chiamati appunto Chen (ne Il furore della Cina colpisce ancora si tratta di Chen Chao-an mentre in Dalla Cina con furore il personaggio è Chen Zhen). Un'altra differenza riguarda il personaggio di Wang, che nella versione italiana si rivela essere il capo occulto dell'organizzazione criminale, nella versione originale invece risulta essere stato semplicemente corrotto dal boss per convincere Lao-Shan (anch'essa con nome diverso rispetto all'originale, che è Chen Ching-Hua) a vendere il ristorante in cambio di una grossa somma di denaro, che gli avrebbe permesso di ritornare ad Hong Kong dalla famiglia.

La musica dei titoli di testa nella versione italiana proviene in realtà da un altro film, Istantanea per un delitto, compositore Franco Bixio, e differisce totalmente da quella originale della versione orientale del compositore Joseph Koo Chia Hui (udibile nei titoli di coda italiani). Anche in alcune scene la musica dell'edizione italiana è diversa dall'originale.[senza fonte]

Accoglienza:

A fronte di un budget di circa 120.000 dollari, l'incasso in patria superò i 5 milioni di dollari, stabilendo un record.

In Italia il film uscì nel gennaio 1974 e incassò circa 340 milioni di lire nelle prime-visioni, ma tornò in sala già nell'estate del 1974. Uscì nei cinema italiani per l'ultima volta nella stagione 1981-82 e fu proiettato per la prima volta in TV nel 1986 nel ciclo "Bruce Lee-4 film una leggenda", su Italia 1.[senza fonte]


Dragon - La storia di Bruce Lee

Dragon - La storia di Bruce Lee (Dragon: The Bruce Lee Story) è un film biografico del 1993, diretto da Rob Cohen. Il lungometraggio ripercorre in maniera semi-romanzata la storia dell'attore Bruce Lee.

Trama:

Il film si basa sulle varie vicissitudini che vedono protagonista Bruce Lee durante la sua vita e che sono state racchiuse nel libro Bruce Lee: the man only I knew del 1975, scritto dalla vedova, Linda Lee. La pellicola mostra il rapporto con il padre, il viaggio che lo conduce negli Stati Uniti, l'inizio della sua carriera come attore, il rapporto con la moglie di origine svedese e altri grandi eventi, come l'apertura della prima scuola di Jeet Kune Do, arte marziale e filosofica, elaborata da Bruce Lee e proposta al mondo delle arti marziali.

La storia inizia con Bruce ancora bambino che viene introdotto allo studio delle arti marziali da suo padre, quando viveva ad Hong Kong. Il padre, infatti, sogna spesso che un demone lo attacca e gli porta via il piccolo Bruce; decide dunque di fargli prendere lezioni di arti marziali per permettere a suo figlio di difendersi da questo ipotetico attacco. Bruce continua ad imparare tale disciplina durante la sua crescita e durante una rissa in una sala da ballo, riduce in fin di vita un ragazzo inglese, nipote di un pezzo grosso. Per questo incidente, primo di una lunga serie che continuerà anche in America, Bruce viene spedito dal padre a San Francisco, dove lavorerà come lavapiatti in un ristorante, per poter guadagnare qualcosa. Ripresi gli studi, Bruce comincia a studiare filosofia e a dar vita ad una nuova disciplina marziale, che coinvolge i movimenti aggraziati della scherma e la potenza della boxe, evitando il kata.

Bruce, con l'aiuto della sua allora fidanzata Linda, decide di aprire una palestra di Jeet Kune Do, per iniziare a far conoscere le sue intenzioni con questa disciplina, aperta a persone di tutte le razze. Infatti, tra manoscritti e disegni di tattica, Bruce vuole che questa nuova disciplina venga riconosciuta e approvata dalle federazioni di arti marziali. Durante un combattimento con Wong Jack Man (scelto dalla comunità cinese per contrastare Bruce, 'colpevole' di insegnare le arti marziali ai non cinesi), Bruce riceve un brutto colpo che gli ferisce la schiena ma dopo una lunga e tormentata riabilitazione e anche grazie alla vicinanza di Linda, che lo sprona a reagire mettendo per iscritto il suo pensiero (il libro è Il Tao del Jeet Kune Do), Bruce si rimette in sesto e torna a combattere.

Nella pellicola, appare un demone, con le sembianze di un guerriero completamente rivestito da una minacciosa corazza, che ogni tanto sfida Bruce ad un duello e queste lotte rappresentano le lotte interiori che Bruce Lee ha sempre dovuto combattere. Intanto, i due fidanzati devono affrontare l'odio che li circonda per via della loro relazione interrazziale.

Non sono ben visti dalla gente, dato che Bruce è di origine cinese e Linda di origini svedesi. La persona che più si accanisce contro questa unione è proprio la madre di Linda, Vivian, che rompe ogni contatto con lei fino alla nascita del loro primogenito, Brandon. Intanto, Bruce prende parte ad una dimostrazione televisiva della sua arte al torneo organizzato da Ed Parker, per poter condividere con il mondo la sua disciplina e dopo questa prova (durante la quale si prende la rivincita su Wong Jack Man), viene notato dal produttore televisivo Bill Krieger, che vede in lui delle potenzialità come attore. Decide di contattarlo e di offirgli la parte di Kato, nella serie Tv Il Calabrone Verde.

Dopo il suo ingresso nel mondo del cinema, e dopo una lunga gavetta negli USA non priva di delusioni, Bruce torna ad Hong Kong per i funerali del padre, viene contattato dal produttore Philipp Tan e prende parte ad alcune pellicole di arti marziali, che gli danno la stabilità finanziaria e fama mondiale.

Il successo però lo assorbe a tal punto da allontanarlo dalla famiglia. E quando Kriger si presenta a lui per offrirgli una parte in un grosso film di Hollywood (I tre dell'Operazione Drago), Bruce ha un diverbio con Linda: lei vorrebbe approfittarne per tornare in America e far cessare la vita troppo frenetica a Hong Kong, mentre Bruce, memore delle sofferenze patite, non vuole saperne di lasciare la città asiatica. Ma alla fine, quando Linda decide di tornare in America con i figli e senza di lui, Bruce si convince e accetta il ruolo. Durante le riprese ha una visione, l'ultimo combattimento col demone che lo tormenta sin dall'infanzia e che gli mostra la sua tomba: inoltre, il demone minaccia anche suo figlio Brandon. Dopo un violento scontro, Bruce sconfigge la creatura, termina il film e si riconcilia con la famiglia. Nelle scene finali viene rappresentata l'ascesa di Bruce Lee come attore e come preparatore atletico della nuova disciplina marziale, con la voce di Linda fuori campo che racconta della morte del marito e invita a ricordarlo per quello che ha fatto in vita:

«A tre settimane dalla prima di "Operazione Drago", il film che gli avrebbe dato fama internazionale, Bruce entrò misteriosamente in coma e morì. Aveva 32 anni. Più di 25.000 persone parteciparono al suo funerale a Hong Kong, ma io lo feci seppellire in America per averlo vicino. A distanza di tanti anni molti cercano ancora di capire la sua morte, ma io preferisco ricordare la sua vita.»

(Linda Lee) 

Produzione:

Il film è stato girato principalmente a Los Angeles, California. Altre riprese sono state effettuate in location esterne come Hong Kong, Macao, San Francisco.

Jason Scott Lee, l'attore di origine cinese, non ha alcuna parentela con Bruce Lee. La scelta cadde su di lui per la sua preparazione atletica: essendo infatti un discreto ballerino avrebbe potuto affrontare l'allenamento di Jeet Kune Do, disciplina della quale divenne successivamente un allenatore qualificato, addestrato da uno dei veri studenti di Bruce Lee, Jerry Poteet (1936-2012). Inizialmente, il ruolo di Bruce Lee venne offerto al figlio, Brandon Lee che rifiutò. Fatalmente, Brandon Lee morì durante le riprese de Il corvo, meno di due mesi prima dell'uscita della pellicola sulla vita di suo padre. Il film è dedicato alla sua memoria, nei titoli di coda. Vi fu inoltre candidato, per il ruolo medesimo, un altro attore di origini cinesi, Robin Shou.

Nel film non viene rappresentata, alla fine, la morte di Bruce Lee avvenuta il 20 luglio 1973 a Hong Kong, lasciando lo spettatore coinvolto nella vita di Lee e non della sua morte, avvenimento ancora avvolto dal mistero. La sceneggiatura del film è stata tratta dal libro biografico della vedova di Lee, Linda Lee Cadwell. Il libro venne scritto a poca distanza dalla morte dell'attore, quindi rappresenta una memoria fresc

Differenze con la storia reale:

Il film segue a grandi linee la vita di Bruce, ma si prende anche numerose libertà, inventando e pure modificando alcuni fatti:

  • Lee ha iniziato ad allenarsi nel Wing Chun all'età di 13 anni dopo aver perso una lotta con i bulli, non a causa di demoni interiori.
  • Bruce si lasciava realmente coinvolgere spesso in risse sanguinose, ma non da solo, perché faceva parte di una gang di strada.
  • Nella pellicola si deduce che Bruce è figlio unico e orfano di madre, dato che non vengono mai menzionati altri familiari, ma in realtà aveva due sorelle e un fratello maggiori, e anche un fratello minore. Inoltre la madre sopravvisse al famoso figlio. Nel film, poi, Bruce ha un forte legame affettivo col padre mentre invece i suoi rapporti con il genitore furono sempre improntati ad un rigido formalismo.
  • Lo scontro con Wong Jack Man, sebbene le fonti discordino, sembra si sia in sostanza concluso con una netta vittoria di Bruce e senza scorrettezze da parte dell'avversario; con quest'ultimo che sarebbe però fuggito costantemente, terrorizzato dai colpi di Lee. Quindi nella realtà non ci furono mai né la rivincità di Bruce durante il torneo di Ed Parker, né lo scontro col fratello di Wong, desideroso di vendetta, sul set di 'The Big Boss'. Bruce Lee tuttavia non fu soddisfatto dell'incontro e della prestazione personale, e in un'intervista sulla rivista "Black Belt" disse: <<Io ebbi una lotta a San Francisco con un praticante di Kung-Fu, e dopo breve tempo il figlio di cagna ha iniziato a correre. Io l'inseguii e, come uno sciocco, continuai a dargli pugni dietro la sua testa e sulla schiena. Presto i miei pugni cominciarono a gonfiarsi nel colpire la sua testa dura. Poi ho capito che il Wing Chun non è stato molto efficace e ho iniziato a modificare il mio modo di combattere.>>
  • Bruce si procurò la ferita alla schiena durante un allenamento fatto male con dei pesi e non perché colpito alle spalle da Wong Jack Man.
  • Wong Jack Man nel film si chiama Johnny Sun.
  • Il padre di Bruce, l'attore Li Hoi-Chuen, morì nel 1965, ma nel film invece viene fatto morire nel 1972, dato che Bruce riceve la notizia mentre sta guardando la prima puntata della serie 'Kung-Fu', trasmessa in quell'anno. È anche improbabile che Bruce abbia mai visto tale serie televisiva, dato che venne trasmessa negli Stati Uniti a partire dal novembre del 1972 e che egli, in quel periodo, si trovava ad Hong Kong.
  • 'The Big Boss' (conosciuto in Italia come 'Il furore della Cina colpisce ancora') fu girato nel 1971, quindi prima della trasmissione di Kung-Fu, mentre nel film esce dopo.
  • Il produttore ad Hong Kong di Bruce Lee si chiamava Raymond Chow, non Philip Tan.
  • Contrariamente a quanto si vede nella pellicola, l'offerta di un film prodotto ad Hollywood con lui come protagonista era l'occasione che Bruce attendeva da sempre. Quindi le sue resistenze erano dovute alla paura di fallire e non al rifiuto di tornare in America perché lì aveva sofferto troppo.
  • Il libro 'Il tao del Jeet Kune Do' venne pubblicato dopo la morte di Bruce.

Camei:

  • La figlia di Bruce Lee, Shannon, appare come cantante di un gruppo musicale, nel momento in cui Linda dice al marito di essere rimasta incinta proprio della bambina.
  • Van Williams, protagonista ne Il Calabrone Verde, appare come il direttore del programma.
  • Jerry Poteet allievo di Bruce Lee e, successivamente, maestro di Jason Scott Lee, appare in parecchie scene.
  • La pellicola fa una piccola apparizione (anche se per pochi secondi) nel film Fast and Furious

DVD:

Il film è disponibile su DVD a partire dal 27 settembre del 2003. La casa di produzione è la Lauren Holly Universal Pictures.

Curiosità:

  • In un primo momento Linda Lee Cadwell, vedova di Bruce, dubitò delle capacità di Jason Scott Lee, di impersonificare suo marito ma, terminate le riprese del film, si complimentò in privato con l'attore per la sua performance. Il ruolo venne inizialmente offerto a Donnie Yen ma fu scartato a favore di Jason Scott Lee.



Bruce Lee: l'ultima sfida

L'ultima sfida di Bruce Lee (Game of Death II-Tower of death) è un film d'azione e di arti marziali diretto da Ng See Yuen e co-diretto da Sammo Hung e Corey Yuen (entrambi non accreditati), uscito in Italia nel 1981. Non è interpretato da Bruce Lee ma dallo stuntman coreano Kim Tai-chung.

Trama:

Billy Lo, star del cinema e delle Arti Marziali, ed il M° Kin Ku, sono due amici praticanti il kung fu. Date le loro doti sovrumane nelle arti marziali, ricevono richieste di combattimento da parte di diversi artisti marziali, sfide che riescono sempre a vincere. Kin Ku è convinto che dietro a queste richieste di sfide ci sia qualcuno che stia cercando di ucciderli, ma fiduciosi delle loro capacità non si spaventano e anzi continuano ad accettare di combattere. Billy ha anche un fratello minore, Bobby Lo, abile ma svogliato negli allenamenti e troppo occupato a correre dietro alle donne. Un giorno però Billy apprende da un giornale la notizia che Kin Ku è morto improvvisamente, e convinto che non sia stato per cause naturali, decide di indagare da solo sulla scomparsa dell'amico. Il padre di Billy indirizza il figlio in Giappone dalla figliastra di Kin Ku per cercare qualche indizio. Billy incontra la figliastra, ma costei gli riferisce che non sapeva niente di suo padre, a parte il fatto che lo conosceva appena e che un giorno venne a trovarla per consegnarle un pacchetto, con dentro un filmato di cui ignora il contenuto. Giusto al momento della consegna del filmato, Lo subisce un agguato da parte di uomini incappucciati, ma sfoderando le sue abilità nel kung fu riesce a batterli, fugge e in mezzo alla strada viene attaccato nuovamente da uomini armati di spade. Le sue capacità di combattente lo fanno uscire illeso dalla lotta, anche da un pericoloso inseguimento in auto. Successivamente Lo si reca al funerale di Kin Ku, ma poco prima che venga sepolto appare un elicottero e con una rete ganciata ruba la bara di Kin Ku. Billy insegue l'elicottero e si appiglia alla rete nel tentativo di recuperare la bara dell'amico. Il pilota dell'elicottero a questo punto scaglia una freccia contro Lo causandone la morte. Bobby apprende la notizia della morte del fratello Billy, e decide di vendicarlo. Si reca così in Giappone, s'informa sugli eventi accaduti e recupera il filmato che aveva trovato Billy, ponendosi come interrogativo perché hanno rubato la bara di Kin Ku. Guardando il filmato trovato da Billy, Bobby viene a sapere di un posto chiamato il palazzo della morte ove Kin Ku si recava e si allenava con Lewis, maestro del palazzo. Bobby si reca così al palazzo della morte e fa conoscenza con Lewis, sospettando che ci sia quest'ultimo dietro alla morte di Kin Ku. Lewis fa visitare il palazzo a Bobby, il quale scopre che anche Lewis riceve sfide da parte di combattenti come le ricevevano suo fratello e Kin Ku. Durante la notte Bobby gira per il palazzo alla ricerca di qualche indizio, ma viene aggredito da un uomo mascherato, il quale una volta smascherato fugge. Il giorno seguente Bobby parla con Lewis e gli rivela che è convinto che nonostante lui non voglia fargli del male, qualcuno tra i suoi servitori voglia ucciderlo. Bobby sospetta di Han, un cameriere senza un braccio; Lewis gli confida che Han sta con lui da molti anni, che prima di lavorare per lui era monaco in un tempio e lo assunse solo perché gli faceva pena. Lewis rivela anche che nei paraggi si dice esista la torre della morte costruita sotto-terra, anche se nessuno è mai riuscito a trovarla. Alla sera Bobby durante l'allenamento viene interrotto dalla visita di una donna; gli dice che Lewis vuole che gli faccia compagnia per quella sera. La donna si spoglia persuadendo Bobby ad avere un rapporto con lei, inizialmente Bobby non riesce a resisterle, ma ad un certo punto la respinge, essendosi ricordato il motivo del suo viaggio. Il ragazzo rinsavisce appena in tempo per scoprire che quella donna stava tentando di ucciderlo con un pungiglione. In quel momento fa irruzione nella stanza di Bobby uno dei leoni del palazzo, che uccide la donna, impedendo a Bobby di scoprire l'identità del mandante. Allo stesso tempo un uomo con la stessa maschera di quella dell'aggressore di Bobby la sera precedente, fa irruzione nella stanza di Lewis e lo uccide. Il mattino dopo viene dato l'allarme per la morte del maestro Lewis, e Bobby sospettando di Han si dà alla sua ricerca. Trovato Han nel suo vecchio monastero, alla vista di Bobby l'uomo fugge. Bobby lo insegue ma quando sembra averlo perduto viene aggredito dal cameriere ex monaco. Scoppia così un combattimento tra i due, ma Bobby ha la meglio e incita Han a portarlo alla torre della morte; a questo punto Han rivela però di possedere entrambe le braccia e decide di battersi fino alla morte, perendo così in combattimento. Proseguendo il giro in quella zona Bobby incontra altri combattenti coi quali si batte nelle vicinanze di una parete. Facendo sparire i corpi degli avversari battuti, osserva un altro uomo che cammina vicino alla parete, e che tirando una manopola apre una porta segreta. Bobby si infila all'interno dell'apertura segreta, prende un ascensore e scende nei sotterranei. Lì Bobby trova un numero smisurato di avversari con i quali si batte; fino ad arrivare alla bara di Chin Ku. Mentre si avvicina alla bara, il colpo di scena: compare Kin Ku vivo e vegeto! Sorpreso di ciò Bobby gli domanda perché ha finto di essere morto, e Kin Ku gli rivela che ha usufruito del traffico della droga per potersi arricchire, ha inscenato la propria morte perché stavano per incriminarlo, e ha fatto sparire la bara prima che quelli dell'Interpool pensassero di controllarla. Nonostante Kin Ku offra a Bobby la possibilità di andarsene essendo fratello dell'amico Billy, Bobby intende portare a termine la sua missione, e quindi sfida Kin Ku ad un combattimento mortale. Non senza faticare Bobby vince e uccide il suo nemico riponendolo nella bara che aveva fatto sparire, vendicando così la morte del fratello.

Curiosità:


  • In questo film Lee compare solo in immagini d'archivio prese dai suoi film essendo passati otto anni dalla sua morte (Dalla Cina con furore, L'urlo di Chen terrorizza anche l'occidente, e I tre dell'Operazione Drago).
  • In alcune scene Billy Lo è interpretato da un sosia di Lee, il coreano Kim Tai Chung, che poi interpreta il fratello Bobby nel resto del film.
  • Nel film si fa riferimento al Jeet Kune Do inventato da Bruce Lee.
  • Nella versione italiana Lee è doppiato da Massimo Lopez.
  • Uno dei due monaci che lottano col bastone nel tempio è Yuen Biao, poi star del trio comico Jackie Chan-Sammo Hung-Yuen Biao in numerosi successi di Hong Kong; l'altro monaco è lo stuntman Wu Ming Tsui, poi produttore. L'abate è Roy Chiao, che ricoprì lo stesso ruolo in Enter the Dragon (di cui questo film riutilizza una scena iniziale, ma non inclusa in quel film all'epoca, ridoppiandola nel dialogo fra Billy Lo e l'abate).
  • Il film è del 1980, noto all'estero anche come Game of Death II, poiché la pubblicità ingannevole prometteva 90 minuti di scene inedite con Bruce Lee, in realtà inesistenti. Si tratta né più né meno di una tipica Bruceploitation, fenomeno successivo alla morte di Lee in cui sosia e rimaneggiamenti diedero alla luce pellicole con le quali egli nulla c'entrava.


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